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IL RE DI PIETRA: Oddèi Copertina rigida – Stampa grande, 16 maggio 2022
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"Giornalista e animatore della scena musicale e culturale celtica e folk, poliedrico creativo, il piemontese Gioann Pòlli in questa sua prima opera, in sinergia con le sottili induzioni della scrittrice siciliana Grazia Velvet Capone, rilegge i suoi e i nostri anni con un occhio disincantato e a volte al limite del cinismo, ma sempre colmo d'amore per la Terra tutta intera e i suoi luoghi di origine. Omegna e l'incantevole Lago d'Orta fanno qua e là capolino nelle riflessioni, nei ricordi e nelle speranze di chi da lì è partito, come tanti, lasciando però dietro di sé molte tracce e istinti di ritorno. Prefazione di Alberto Fortis".
- Lunghezza stampa214 pagine
- LinguaItaliano
- Data di pubblicazione16 maggio 2022
- Dimensioni15.24 x 1.85 x 22.86 cm
- ISBN-13979-1280984012
Dettagli prodotto
- ASIN : B0B1C3K9L5
- Editore : SCONFINI - Look Studio Srl (16 maggio 2022)
- Lingua : Italiano
- Copertina rigida : 214 pagine
- ISBN-13 : 979-1280984012
- Peso articolo : 386 g
- Dimensioni : 15.24 x 1.85 x 22.86 cm
- Posizione nella classifica Bestseller di Amazon: n. 457,118 in Libri (Visualizza i Top 100 nella categoria Libri)
- n. 339 in Musica folk e tradizionale
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Nessuna regola da manuale per sopravvivere alla globalizzazione e all'annullamento delle radici, nessuna dichiarazione di guerra velleitaria. La lezione che si può trarre è semmai di stile e di eleganza: non vi è traccia di recriminazione, né di rassegnazione. Un sottile filo nostalgico e crepuscolare, come la cultura laghèe impone, ma sempre in secondo piano, a descrivere la reazione del tutto personale all'incalzare della cultura unica dell'indistinto.
Piccolo appunto: come prima pubblicazione, una raccolta di riflessioni sparse, alcune già lette in altre sedi, potrebbe apparire fuori luogo, essendo pratica di autori con già alle spalle altre opere. Nessuna presunzione da parte di Polli, ma la capacità di scrittura e di analisi merita una prova su un tema più omogeneo.
Scrivere un’autobiografia non è necessariamente parlare di sé, ma è un’occasione per riflettere sulla profonda interazione che si produce tra un individuo e il territorio in cui vive.
Gli antichi sapevano bene che ogni luogo è abitato da un Genius Loci, ovvero da quelle energie peculiari che lo contraddistinguono e che interagiscono con le persone che vi abitano.
Nell’originale e intensa autobiografia di Gioann Pòlli “Il re di pietra” Sconfini, 2022 accompagnata dalla partecipata testimonianza di Grazia Velvet Capone e dall’appassionata prefazione di Alberto Fortis, questa profonda interazione si fa evidente: la Montagna e il Lago sono i due interlocutori privilegiati dell’Autore e hanno generato in lui quell’imprinting che lo rende un personaggio unico nella sua indipendenza e autonomia creativa.
Già da queste due testimonianze che introducono il libro, la prima di un’artista completa e coraggiosa ricercatrice del profondo e la seconda di un cantautore geniale che ha impresso una traccia indelebile nel panorama della musica italiana, comprendiamo di trovarci davanti ad un’autobiografia anticonvenzionale, che non procede nelle modalità consuetudinarie del racconto celebrativo-evocativo, ma che sa condurci a investigare dimensioni più interiori, raccontando non solo vicende personali, ma anche le particolari congiunture che caratterizzano determinate epoche e luoghi.
Gioann Pòlli è un’anima nobile e solitaria, un contemplatore e un filosofo, ma anche un appassionato esperto di motori, un giornalista competente e instancabile animatore di eventi musicali dalla portata internazionale che ruotano intorno al mondo celtico e folk., direttore artistico di vari festival e strenuo difensore delle lingue locali e minoritarie.
La musica gioca un ruolo importantissimo nella sua formazione, in quanto diviene il canale preferenziale per esprimere l’identità di un popolo e il suo patrimonio di conoscenze e tradizioni.
Il suo profondo legame con Omegna, il suo paese d’origine che si affaccia sul Lago d’Orta, dietro il quale in lontananza svetta il Monviso, chiamato Re di Pietra, la montagna più alta delle Alpi Cozie, quella da cui scaturisce la sorgente del fiume più lungo d’Italia, sono presenti con i loro influssi in gran parte del libro, rivelando un legame ancestrale con l’Autore.
Il Lago d’Orta e il Monviso sono i Numi tutelari che ci accompagnano nella lettura della sua storia ricca d’incontri ed esperienze e pregna d’attenzione verso le conseguenze simboliche che ne derivano.
La storia di una vita assume interesse anche in relazione ai sogni che l’accompagnano e non a caso, questo libro si apre e si chiude con un sogno legato a una vecchia automobile, una Simca 1000 Special del 1971.
Scrive Gioann Pòlli in apertura del libro:
“La Simca 1000 Special del ’71. Sogno ricorrente: cerco bene in fondo al garage (che nel sogno è ovviamente grandissimo) e in un angolo la ritrovo, contentissimo e incredulo che ci sia ancora. A volte nel sogno riesco pure a spingerla fuori per iniziare a fare tutto quello che occorre per rimetterla in moto. Non ci sono mai riuscito. Mi sono sempre svegliato prima, delusissimo.”
E in chiusura:
“Diversi giorni dopo aver scritto quel primo capitolo, il sogno si è presentato di nuovo ma, questa volta, la vicenda è andata in modo assai differente. Batteria nuova, un quarto d’ora di tentativi e miracolosamente la Simca si è messa in moto. Ci ho girato per Omegna, felicissimo. Incrociavo persone che mi facevano i complimenti per l’auto storica e mi chiedevano come avessi fatto a farla ripartire. Felicissimo anche al risveglio, questa volta, anche se so bene che adesso non la rivedrò davvero mai più. Nemmeno di notte. Perché quel sogno, alla fine, sono riuscito davvero a realizzarlo. Anche se soltanto dentro un altro sogno.”
Forse che il raccontare, mettendo in moto le forze immaginali abbia liberato le energie del profondo? Certo è che questo libro cattura per la sua ricchezza d’influssi e di riferimenti che dimostrano come la trama e l’ordito di una vita creino un disegno complesso e articolato, in cui ogni azione diviene la premessa di un’altra, in un’espansione continua che permette il delinearsi di un preciso disegno.
Si tratta dell’arte della ricapitolazione, quella che Carlos Castaneda riteneva indispensabile e capace di offrire infiniti spazi di libertà.
Quest’arte che insegna ad andare a ritroso nella propria vita, rievocandone accadimenti significativi, permette di riacquistare compattezza energetica e offrire così una nuova solidità alla nostra esistenza.
Gioann Pòlli, ne è consapevole e lo esprime attraverso le sue considerazioni, a partire dal riconoscimento dell’importanza del nome proprio che esprime l’essenza e l’identità di una persona.
Le parole sono importanti e la lingua nella quale vengono pronunciate esprime la koinè di un popolo.
Per questo l’Autoresi è sempre battuto per il recupero, il rispetto e il riconoscimento delle lingue minoritarie e da quante vengono minorizzate in favore del pensiero unico e dell’omologazione.
Il suo impegno, la sua passione e testimonianza compaiono tutte in questo libro pervaso dal desiderio di conoscere e di comprendere ogni aspetto della vita, nel rispetto della specificità e della peculiarità di ogni individuo.
Lucia Guidorizzi
Gioann Polli è un giornalista, ma la sua scrittura è quella di un poeta, è tenue e finissima, ricca di emozioni soffuse con leggerezza. Una vita raccontata con immenso garbo, sotto lo scudo di una cultura ormai quasi rara come una fenice.